GIORNATA MONDIALE DEI POVERI – Domenica 17 Novembre 2024

CARITAS DIOCESANA

La preghiera del povero sale fino a Dio”

Domenica 17 novembre p.v. si celebrerà l’ottava Giornata Mondiale dei Poveri, ricorrenza istituita da Papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia, “perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi.”. Il titolo dell’evento è tratto dal Libro del Siracide, che con la frase “La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Siracide 21,5)” riprende il tema dell’anno di preparazione al Giubileo, ci invita ad impegnarci personalmente e aiutarci reciprocamente, sia come singoli cristiani sia come comunità, a tradurre in azioni concrete il progetto di Dio.

Papa Francesco annota nel Messaggio che il tema cui dedica maggiore attenzione il “Siracide” è proprio quello della preghiera come relazione tra Dio e gli uomini; e sottolinea che i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio, “a tal punto che, davanti alla loro sofferenza, Dio è impaziente fino a quando non ha reso loro giustizia”, perché «…la preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità«. Infatti conclude “Dio conosce le sofferenze dei suoi figli, perché è un Padre attento e premuroso verso tutti”.

     Per vivere al meglio questa giornata nelle parrocchie si può scaricare:

  • il Messaggio del Papa: La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Siracide 21,5)
  • il Sussidio per l’animazione, che la Caritas Nazionale, giacché la CEI ha stabilito la “missione” della Caritas nel ”promuovere…la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana”, ha elaborato per la preparazione alla Giornata e per la Giornata.
  • le Preghiere dei Fedeli, elaborate da Caritas.
  • il Manifesto nelle 2 versione proposte da Caritas Italiana: ha molti colori, riprodurlo in tanti esemplari può essere costoso, forse ne basterebbe 1 copia nelle bacheche delle chiese.

Si ricorda la partecipazione, come Caritas Diocesana alla Colletta del Banco Alimentare del 17.11.24, dimostrazione di “Azione”, che ognuno può fare sia come volontario sia come donatore. Come caritas diocesana i volontari saranno al LIDL di Mondovì, mentre i volontari parrocchiali delle Caritas, delle San Vincenzo e dei Gruppi spontanei opereranno in tanti SuperMercati.




SCHEDE PERCORSO ADOLESCENTI E GIOVANI – STEP I

UFFICIO DI PASTORALE GIOVANILE E VOCAZIONALE

Speranza oltre la paura

Il primo tratto del cammino di quest’anno ci invita a fermarci e a riflettere sulla speranza oltre le paure.
Il percorso ci aiuta a pensare come ogni essere umano è animato non solo da bisogni da soddisfare, ma da un di più che li oltrepassa, dal desi- derio che ci rende aperti alla novità e al futuro. Non siamo solo la som- ma delle scelte fatte nel nostro passato; non siamo solo il prodotto del nostro DNA; non siamo solo il risultato dell’influenza che l’ambiente, la famiglia e la cultura in cui viviamo hanno su di noi. Siamo definiti anche dalle nostre attese e speranze sul futuro, dal modo in cui determiniamo la nostra vita nella libertà. Infatti, dopo aver affrontato il tema di bisogni e desiderio, il percorso si sviluppa a partire dalle dinamiche della libertà, intesa non come libertà di fare ciò che si vuole senza limiti, ma libertà di autodeterminarsi in base al desiderio che ci anima e alle relazioni che ci costituiscono, quella con il proprio corpo, con il volto degli altri che ci circondano e con la voce della coscienza.

Al percorso principale sono stati aggiunti anche due approfondimenti, uno fa riferimento al tema della corporeità (dalle schede per i gruppi del 2008-09) ed uno al valore dei limiti e delle regole imposti da altri. Le ultime tracce sono sulla responsabilità e sulla vocazione. È importante comprendere che ognuno di noi non si determina come singolo in modo autoreferenziale, dove il rapporto con gli altri e con la comunità si innesta solo in un secondo momento quando ci si è già costituiti e realizzati solo in base alle nostre aspirazioni. Il rapporto con gli altri è fondamentale per la costruzione della nostra identità, non si può mai slegare da essa; e diventa vincolante anche per scoprire il rapporto con Dio, di cui si può fare esperienza solo dentro una comunità di persone che lo annunciano con la loro vita e i loro gesti. L’amore di Dio si può riconoscere solo dopo aver fatto esperienza dell’amore ricevuto da altri, che ti impegna, che ti spinge a ricambiare e a restituire ciò che si è già ricevuto.

Verso il Giubileo 2025

“Giubileo” è il nome di un anno particolare: deriva dallo strumento utilizzato per indicarne l’inizio; si tratta dello yobel, il corno di montone, il cui suono annuncia il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur). Questa festa ricorre ogni anno, ma assume un significato particolare quando coincide con l’inizio dell’anno giubilare.

Ne ritroviamo una prima idea nella Bibbia: doveva essere convocato ogni 50 anni, poiché era l’anno “in più”, da vivere ogni sette settimane di anni (cfr. Lev 25,8-13). Anche se difficile da realizzare, era proposto come l’occasione nella quale ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con la creazione, e comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra.

Bonifacio VIII nel 1300 ha indetto il primo Giubileo, chiamato anche “Anno Santo”, ma in realtà non è frutto dell’iniziativa diretta del Papa ma del popolo cristiano bisognoso di perdono di fronte alla paura della fine del mondo. Il Papa accoglie l’anelito di conversione del popolo che si riversa numerosissimo in San Pietro nell’anno 1300. Resta quindi un tempo nel quale si sperimenta che la santità di Dio ci trasforma. La cadenza è cambiata nel tempo: all’inizio era ogni 100 anni; viene ridotta a 50 anni nel 1343 da Clemente VI e a 25 nel 1470 da Paolo II. Vi sono anche momenti “straordinari”: per esempio, nel 1933 Pio XI ha voluto ricordare l’anniversario della Redenzione e nel 2015 papa Francesco ha indetto l’Anno della Misericordia.

Pellegrinaggio

Il giubileo chiede di mettersi in cammino e di superare alcuni confini. Quando ci muoviamo, infatti, non cambiamo solamente un luogo, ma trasformiamo noi stessi. Per questo, è importante prepararsi, pianificare il tragitto e conoscere la meta. 

In questo senso il pellegrinaggio che caratterizza questo anno inizia prima del viaggio stesso: il suo punto di partenza è la decisione di farlo.

Abramo, nella Bibbia, è descritto così, come una persona in cammino: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre» (Gen 12,1), con queste parole incomincia la sua avventura, che termina nella Terra Promessa, dove viene ricordato come «arameo errante» (Dt 26,5). Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo ritorna sull’importanza del pellegrinaggio come elemento fondamentale di ogni evento giubilare, Egli afferma: “mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita. Il pellegrinaggio a piedi favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità”.

Il pellegrinaggio è un’esperienza di conversione, di cambiamento della propria esistenza per orientarla verso la santità di Dio.

Dal punto di vista simbolico, la Porta Santa assume un significato particolare: è il segno più caratteristico, perché la meta è poterla varcare. La sua apertura da parte del Papa costituisce l’inizio ufficiale dell’Anno Santo. Originariamente, vi era un’unica porta, presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano, che è la cattedrale del vescovo di Roma. Per permettere ai numerosi pellegrini di compiere il gesto, anche le altre Basiliche romane hanno offerto questa possibilità.

Nel passare questa soglia, il pellegrino si ricorda del testo del capitolo 10 del vangelo secondo Giovanni: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. Il gesto esprime la decisione di seguire e di lasciarsi guidare da Gesù, che è il Buon Pastore. Del resto, la porta è anche passaggio che introduce all’interno di una chiesa. Per la comunità cristiana, non è solo lo spazio del sacro, ma è segno della comunione che lega ogni credente a Cristo: è il luogo dell’incontro e del dialogo, della riconciliazione e della pace che attende la visita di ogni pellegrino, lo spazio della Chiesa come comunità dei fedeli.

A Roma questa esperienza diventa carica di uno speciale significato, per il rimando alla memoria di S. Pietro e di S. Paolo, apostoli che hanno fondato e formato la comunità cristiana di Roma e che con i loro insegnamenti e il loro esempio sono riferimento per la Chiesa universale. Il loro sepolcro si trova qui, dove sono stati martirizzati.

Professione di fede

La professione di fede, chiamata anche “Simbolo”, è un segno di riconoscimento proprio dei battezzati; vi si esprime il contenuto centrale della fede e si raccolgono sinteticamente le principali verità che un credente accetta e testimonia nel giorno del proprio battesimo e condivide con tutta la comunità cristiana per il resto della sua vita.

“Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rm 10,9-10). Questo testo di S. Paolo sottolinea come la proclamazione del mistero della fede richieda una conversione profonda non solo nelle proprie parole, ma anche e soprattutto nella propria visione di Dio, di se stessi e del mondo.

Carità

La carità costituisce una caratteristica principale della vita cristiana. Nessuno può pensare che il pellegrinaggio e la celebrazione dell’indulgenza giubilare possano essere relegati a una forma di rito magico, senza sapere che è la vita di carità che da loro il senso ultimo e l’efficacia reale.

D’altronde, la carità è il segno preminente della fede cristiana e sua forma specifica di credibilità. Nel contesto del Giubileo non sarà da dimenticare l’invito dell’apostolo Pietro: “Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati” (1Pt 4,8).

Come ricorda papa Francesco nella bolla di indizione dell’anno santo, esistono anche una carità ed una giustizia sociale: “Il Giubileo ricorda che i beni della terra non sono destinati a pochi privilegiati, ma a tutti. Rinnovo l’appello affinché con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un fondo mondiale per eliminare la fame e per lo sviluppo dei paesi più poveri” (Spes non confuntid, 16).

Riconciliazione

Il giubileo è un segno di riconciliazione, perché apre un «tempo favorevole» (cfr. 2Cor 6,2) per la propria conversione. Si mette Dio al centro della propria esistenza, muovendosi verso di Lui e riconoscendone il primato. Anche il richiamo al ripristino della giustizia sociale e al rispetto per la terra, nella Bibbia, nasce da una esigenza teologica: se Dio è il creatore dell’universo, gli si deve riconoscere priorità rispetto ad ogni realtà e rispetto agli interessi di parte. È Lui che rende santo questo anno, donando la propria santità. Concretamente, si tratta di vivere il sacramento della riconciliazione, di approfittare di questo tempo per riscoprire il valore della confessione e ricevere personalmente la parola del perdono di Dio.

Indulgenza Giubilare

L’indulgenza è manifestazione concreta della misericordia di Dio, che supera i confini della giustizia umana e li trasforma. Questo tesoro di grazia si è fatto storia in Gesù e nei santi: guardando a questi esempi, e vivendo in comunione con loro, si rafforza e diviene certezza la speranza del perdono e per il proprio cammino di santità. L’indulgenza permette di liberare il proprio cuore dal peso peccato, perché la riparazione dovuta sia data in piena libertà.

Preghiera

Vi sono molti modi e molte ragioni per pregare; alla base vi è sempre il desiderio di aprirsi alla presenza di Dio e alla sua offerta di amore.
La comunità cristiana si sente chiamata e sa che può rivolgersi al Padre solo perché ha ricevuto lo Spirito del Figlio. Ed è, infatti, Gesù ad aver affidato ai suoi discepoli la preghiera del Padre Nostro. La tradizione cristiana offre altri testi, come l’Ave Maria, che aiutano a trovare le parole per rivolgersi a Dio: «È attraverso una trasmissione vivente, la Tradizione, che, nella Chiesa, lo Spirito Santo insegna ai figli di Dio a pregare» (CCC, 2661).

Conclusione

Vorrei concludere questa breve introduzione al Giubileo commentandone il Logo: rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. 

Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità.

È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza, possa questo Giubileo essere per tutti occasione per rianimare la speranza, essa deriva essenzialmente dall’incontro vivo e personale con il Signore Gesù, porta di salvezza, con Lui possiamo attraversare anche le burrasche della vita e la Chiesa può guardare al futuro della sua missione senza paure, per annunciare sempre, ovunque e a tutti, che la salvezza e la vera felicità dell’uomo risiede nell’incontrarsi con Cristo!

Don Andrea Rosso – Delegato Diocesano per il Giubileo 2025

GIORNATE ZONALI DEI MINISTRANTI

Ritornano le giornate zonali dei ministranti

Zona Mondovì | MONDOVI’ – 27 OTTOBRE – Iscrizioni al link


Zona Langhe e pianura | DOGLIANI – 3 NOVEMBRE – Iscrizioni al link

ATTENZIONE DATA SPOSTATA!!
Zona Valli Ellero e Pesio | CHIUSA PESIO – 24 NOVEMBRE – Iscrizioni al link


Zona Ceva-Valle Tanaro | CEVA – 17 NOVEMBRE – Iscrizioni al link


Fiumi di acqua e di fango

la grande alluvione del 1994 in Piemonte

spettacolo teatrale di e con Sara Dho,musiche Roberto Dibitonto scenografia Luigi Napolitano

lun 28 ottobre
10.30 CARRÚ | dedicato alle scuole
20.45 CARRÚ | aperto alla popolazione (fino ad esaurimento posti
promosso da Istituto Comprensivo Comprensivo Oderda-Perotti L. Einaudi Carrù Dogliani
con il contributo di Medaglia d’oro al Valore Civile
con il patrocinio di Teatro Vacchetti – Vicolo S. Giuseppe 13

mar 29 ottobre
10.00 CARRÚ | dedicato alle scuole 14.30 CARRÚ | dedicato alle scuola
Teatro Vacchetti – Vicolo S. Giuseppe 13

mer 30 ottobre
10.30 FARIGLIANO | dedicato alle scuole
20.45 FARIGLIANO | aperto alla popolazione (fino ad esaurimento posti)
Sede Ass. Turistica Pro Loco Corso Ferrero 5

gio 31 ottobre
10.00 FARIGLIANO | dedicato alle scuole 14.30 FARIGLIANO | dedicato alle scuola
Sede Ass. Turistica Pro Loco Corso Ferrero 5

Corsi di preparazione alla vita e alla missione di sposi cristiani

UFFICIO FAMIGLIA

Sono stati definiti i “Corsi di preparazione alla vita ed alla missione di sposi cristiani” per l’anno 2024-2025, a cura dell’Ufficio Famiglia della Diocesi di Mondovì. Il calendario è messo a disposizione di tutti con apposita locandina nelle bacheche delle parrocchie.

Si può scaricare qui di seguito la locandina

FORMAZIONE IGIENICO-SANITARIA PER VOLONTARI – SLIDE

PASTORALE GIOVANILE E VOCAZIONALE

In allegato le slide per il corso di formazione igienico-sanitaria per volontari addetti alla manipolazione di alimenti.

Il corso per la modalità in cui è organizzato e rivolto esclusivamente per i volontari della Parrocchia che presteranno servizio durante le iniziative parrocchiali.

NON è VALIDO PER IL LAVORO IN AMBITO SOMMINISTRAZIONE ALIMENTI E BEVANDE.

SCHEDE II STEP – CHE MALE C’E’ | Pastorale Giovanile e Vocazionale

Sono uscite le schede del secondo periodo per i gruppi adolescenti e giovani.

“Metti in circolo il Suo Amore” | Quaresima di Solidarietà 2024

«In verità, vi dico: tutto quel che non avete fatto a uno di questi piccoli, non l’avete fatto a me» (Mt 25,45)

Queste parole di Gesù ci parlano direttamente al cuore, richiamandoci allo stile di vita che Egli stesso ha incarnato.

In questa Quaresima del 2024, siamo chiamati ad interrogarci profondamente su chi siamo e su quale impronta vogliamo lasciare nel mondo che ci circonda. Gesù ci ha insegnato a vivere una vita di amore, compassione e solidarietà. Egli ha mostrato attraverso le Sue azioni che l’amore va al di là delle parole e si manifesta nei gesti concreti di aiuto verso i più deboli e bisognosi. In questo periodo di Quaresima, non dobbiamo concentrarci solo su quello che già facciamo di bene, ma piuttosto sull’analisi sincera di quello che potremmo fare di più.

Riflettiamo sull’importanza di aiutare concretamente le persone che vivono in situazioni di disagio e fragilità, sia in terre lontane colpite dalla guerra, sia nelle nostre comunità.

In questa Quaresima di Solidarietà, desideriamo unire le forze e raccogliere tutte le offerte della diocesi per sostenere due progetti significativi:

A Fès in Marocco, accanto a p. Matteo Revelli

Pasti caldi per i profughi
Pasti caldi per decine di profughi subsahariani offerti dalla parrocchia di St. François
Totale per 6 mesi 15.000 euro
Ente promotore: Centro Missionario Diocesano

Fragili, accompagnati nella dignità del lavoro

Nel Monregalese un progetto per il riscatto sociale dei più vulnerabili attraverso corsi, sostegni e supporti con la Caritas diocesana.
Ente promotore: Ufficio Caritas Diocesano

È il momento di agire, di tradurre la nostra fede in azioni concrete di amore verso il prossimo, seguendo l’esempio di Gesù.
In questo momento di deserto quaresimale, affidiamoci al Signore chiedendo che con l’aiuto del Suo Spirito possiamo divenire capaci di vivere in pienezza il Vangelo traducendo i buoni propositi in azioni concrete di amore e solidarietà verso il prossimo.

Per informazioni:
Diocesi di mondovì – Uffici Pastorali – via Vasco 17 – Mondovì
Tel. 0174.330420 – sitodiocesimondovi@gmail.com

SUSSIDIO QUARESIMA 2024 – “METTI IN CIRCOLO IL SUO AMORE”

UFF. CATECHISTICO

Per il tempo di Quaresima, è stato preparato dagli Uffici Catechistici delle Diocesi della Provincia di Cuneo un sussidio intitolato: “Metti in circolo il Suo Amore”.

Il materiale è formato da:

Entriamo nel tempo di Quaresima. Ci prepariamo a un cammino e, come il popolo ebraico nel deserto, ci disponiamo all’ascolto della Parola e alla conversione del cuore. Dio ci invita a cercare il suo volto: un volto che parla, un volto da incontrare e contemplare in un corpo di uomo, l’uomo Gesù.

«In questo tempo di preparazione [al Giubileo del 2025] mi rallegra pensare che si potrà dedicare l’anno precedente l’evento giubilare, il 2024, a una grande “sinfonia” di preghiera.» Papa Francesco

Accogliendo l’invito di Papa Francesco in vista del Giubileo 2025, teniamo fisso in questo tempo il nostro sguardo sul volto di Gesù attraverso la preghiera: unico mezzo che può dare senso alla nostra vita e rendere bella e vera la nostra fede.

La nostra vita è fatta di tanti “ingranaggi”: quelli della scuola, del lavoro, della famiglia, dello sport, degli amici. Alcuni di questi vanno troppo veloci (quando vogliamo fare le cose in fretta), altri lenti (quando dobbiamo fare ma non ne abbiamo voglia), altri ancora sono proprio fermi (quando abbiamo litigato o ci lasciamo sopraffare dallo scoraggiamento). La preghiera è l’ingranaggio che se messo in mezzo agli altri dà la giusta velocità a tutto e il giusto senso alle relazioni della nostra vita. È lo strumento che permette alle nostre giornate di scorrere serene anche di fronte agli imprevisti.

Di settimana in settimana, attraverso la preghiera, proveremo a fare chiarezza sulla nostra vocazione – “Chi sei?” – per riscoprire la bellezza nell’altro e in ciò che facciamo – “Che bello è?” – per fare della relazione con l‘altro una relazione d’amore e non un commercio – “Non è un mercato!” – per fare esperienza del sentirsi amati così come si è – “Io ti amo!” – e poi abbandonarsi con fiducia a Dio – “Lasciare per fidarsi” –  assumere uno stile capace di portare Gesù alle altre persone – “Sei un asino!” – e coltivare speranza ponendosi il dubbio: sarà vero dire “Tanto non serve a nulla?”. La preghiera, dunque, ci apparirà per ciò che è realmente: non solo “una cosa da fare”, ma relazione d’amore con Dio-Padre, in Cristo, nello Spirito Santo.

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