Direttore:Don Federico Suria (Pucci)
Collaboratori:Don Cristiano Bellino

Don Federico Boetti (Buet)
Responsabili di zona:Don Federico Boetti (Mondovì)

Don Marco Giordanengo (Ceva-Val Tanaro)

Don Meo Prato (Val Bormida)

Don Marco Sciolla (Langhe - PIanura)

Don Federico Suria (Le Valli)
Commissione:Costamagna Matteo (Mondovì)

Astegiano Alice (Mondov’)

Sasso Matteo (Ceva-Valle Tanaro)

Canavese Beatrice (Ceva-Valle Tanaro)

Fracchia Christian (Valle Bormida)

Chiapasco Camilla (Valle Bormida)

Airaldi Stefano (Langhe-Pianura)

Della Ferrera Monica (Langhe-Pianura)

Civalleri Matteo (Le Valli)

Bruno Francesca (Le Valli)
Segretaria:Manuela Unia: +39 340 40 99 243
Sede:Via Vasco, 17 - 12084 - Mondovì (CN) - Italy

Tel. (+39) 0174 330 420

pgvdiocesimondovi@gmail.com
Social:Facebook - Instagram
CALENDARIO APPUNTAMENTI
GIOVANISSIMI (Per tutti i gruppi giovanissimi e il loro animatori)

INCONTRO DEGLI INCONTRI: Incontro diocesano di tutti i gruppi giovanissimi della diocesi.

  • 24 novembre – 20:45 al Sacro Cuore
  • Nelle Zone (organizzato nelle zone!!)
  • 10 maggio al mattino – route vocazionale verso il Santuario!

 

A SCUOLA SI VA PREGANDO

Tutti lunedì di Quaresima dal 10 marzo al 7 aprile
Chiesa di San Rocco e Madonna della Neve al Borgato.

GIUBILEO DEI RAGAZZI
25-27 aprile

GIOVANI (per tutti gli over 18)

ANIMATI PER ANIMARE

Appuntamento diocesano di inizio anno PG…

Domenica 22 Settembre 2024 – alle 17,30 presso i locali dell’oratorio di Piazza in via Vitozzi 1 a fianco della cattedrale

 

GIOVANI ON THE ROAD
Incontro diocesano di tutti i gruppi giovani della diocesi

  • 1 dicembre 2024 – 20:45 al Ferrone
  • 28-30 marzo 2025 – week end a Bose
  • 10 maggio al mattino – route vocazionale verso il Santuario!

 

ESTATE
GIUBILEO DEI GIOVANI – dal 28 luglio al 3 agosto

 

VEGLIA VOCAZIONALE
Sabato 10  maggio 2025  al mattino  – route vocazionale verso il Santuario

 

 

 

 

 

GIUBILEI

ADOLESCENTI
Quando?

Dal 25 al 27 aprile
Per chi?
Per i ragazzi delle Superiori dal 2010 al 2007

 

GIOVANI
Quando?
Dal 28 luglio al 3 agosto
Per chi?
Per i 2006 in su

Arriveranno presto informazioni più dettagliate.

 

SCHEDE ADOLESCENTI E GIOVANI 2024/2025 - PELLEGRINI DI SPERANZA

Il Giubileo del 2025 “Pellegrini di Speranza” è un’occasione unica per approfondire la nostra fede e riscoprire la speranza cristiana. Questo sussidio nasce dalla collaborazione tra animatori e animatrici di gruppi Giovanissimi della Diocesi. Si propone come uno strumento di servizio che desidera accompagnare e fornire occasioni di riflessione per far vi- vere pienamente l’esperienza giubilare.
Papa Francesco, nella bolla di indizione “Spes non confundit”, ci mo- stra come la speranza, intesa nella tradizione biblica, sia strettamente connessa alla fede e, richiamando le parole di Papa Benedetto XVI in “Spe Salvi”, comprendiamo che speranza e fede sono quasi intercam- biabili, entrambe centrali per la vita cristiana.
Speranza e Fede sono un binomio indissolubile, come anche non ci può essere vita senza speranza.
Questo tema è particolarmente attuale perché una profonda crisi di speranza si riscontra in molti ambiti della vita umana, soprattutto fra i giovani, che vedono un futuro sempre più incerto e non promettente.

La traccia di quest’anno, attraverso attività e riflessioni, si propone di provare a rispondere a questa sete di speranza, in modo particolare approfondendo la speranza oltre le proprie paure, la speranza oltre i conflitti e la speranza oltre la morte.
Tutto ciò in vista del Giubileo, che rappresenta per tutti noi un’opportunità unica per rimettere al centro delle nostre vite l’incontro con Dio. «Noi, invece, in virtù della speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria […] Davanti alla morte, dove tutto sembra finire, si riceve la certezza che, grazie a Cristo, alla sua grazia che ci è stata comunicata nel Battesimo, “la vita non è tolta, ma trasformata”, per sempre […] Il Giubileo ci offrirà l’opportunità di riscoprire, con immensa gratitudine, il dono di quella vita nuova ricevuta nel Battesimo in grado di trasfigurarne il dramma.»
“Spes non confundit”, Papa Francesco 2024, nn 19-20

 

PERCORSO (cliccare sui titoli per scaricare le schede)

  1. Speranza oltre la paura (Ottobre-Novembre-Dicembre)
  2. Speranza in una riconciliazione oltre il conflitto (Gennaio-Febbraio)
  3. Speranza oltre la morte (Marzo-Aprile-Maggio)
ESERCIZI SPIRITUALI ON LINE - BORGIO VEREZZI

Dal 3 al 5 Gennaio si sono svolti on line gli Esercizi Spirituali dal titolo NO LIMITS.

Il tema affrontato sono i limiti, l’incertezza che questo tempo ha fatto emergere.

Relatore: Don Cristiano Mauri

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IL PODCAST

Iscrizione: https://forms.gle/4PmWCjtfzek1UKS27

Per info:

  • Diocesi ALBA: Marta 338.5778097
  • Diocesi CUNEO e FOSSANO: Suor Grazia 338.7109430 – Don Mattia 334.7022553
Materiali

In questa pagina potete trovare e scaricare tutti gli itinerari per giovanissimi realizzati dalla nostra equipe, dall’anno della fede (2012/2013) ad oggi.

A che cosa servono in concreto queste schede? Il tentativo è quello di riannodare i fili delle diverse iniziative proposte dalla Diocesi nell’arco di tempo che da settembre va fino a maggio. Chi preferisce seguire il percorso minimale può limitarsi a sfogliare le prime pagine ed appuntarsi le date degli incontri diocesani a cui prendere parte, nella misura in cui ciò è possibile. Chi invece lo ritiene opportuno, troverà dei suggerimenti e del materiale per organizzare degli incontri di gruppo, rivolti a giovani e giovanissimi, nei tempi che trascorrono tra un incontro diocesano e l’altro, in modo da dare continuità e coerenza al cammino di tutto l’anno.

Le schede hanno un carattere molto “aperto”. Qui troverete linee guida e spunti, a cui poi ciascun animatore e ciascun gruppo potrà riferirsi come meglio ritiene (utilizzando una preghiera oppure una foto o il testo di una canzone, ispirandosi per un incontro occasionale oppure per il cammino di tutto l’anno: qui vale l’unica regola che non ci sono regole e nessuno verrà a controllare che “abbiate fatto i compiti” – anzi, se qualcuno realizza delle belle esperienze ce le venga a raccontare, così possiamo provare a “metterle in rete” e chissà che anche altri possano ispirarvisi).

CHI SONO IO PER TE?

L’anno pastorale nel quale stiamo per entrare non sarà un anno come gli altri.

Tornare dopo il lockdown a causa della pandemia, ci ha fatto capire l’importanza delle relazioni e concentrarci su cosa è necessario. Vogliamo prenderci un tempo di particolare riflessione e riscoperta di ciò che ci rende cristiani, partendo da questa domanda: Chi sono io per te? È la domanda che Gesù fa ai suoi discepoli, è la domanda fondamentale della nostra fede.

Ma dire “fede” per un cristiano significa prima di ogni altra cosa dire “relazione con Gesù Cristo”. Riscoprire la nostra fede vuol dire allora, prima di ogni altra cosa riscoprire il nostro rapporto con Gesù Maestro e Signore, riprendere confidenza con Lui se, per qualunque motivo, il legame che ci univa si è allentato, approfondire la sua conoscenza se siamo rimasti fermi all’immaginetta che ci hanno trasmesso da bambini – e interrogarsi anche su come si possa indicarlo ad altri giovani di oggi, così da fare assaporare anche a loro la bellezza di una Parola che ci chiama a una vita di alto profilo, compiutamente e splendidamente umana.

Veniamo interpellati sulla qualità della nostra fede: una fede radicata davvero nel Signore o si nutre solo di tradizione, di emozioni, di voglia, di “sentito dire”? La nostra testimonianza è animata dallo spirito di incontro del Signore attraverso di noi o dall’indifferenza?
Per questo motivo abbiamo pensato di declinare a livello diocesano un percorso che ci aiuta a ritornare ancora una volta a Gesù, attraverso un incontro quello dei discepoli di Giovanni Battista con l’Agnello di Dio.

CREDI, LOTTA, AMA, VIVI 2019/2020

CREDI LOTTA AMA VIVI

Lo scorso 25 marzo papa Francesco, dentro la Santa Casa di Loreto, ha firmato l’Esortazione Apostolica Postsinodale Christus Vivit, rivolgendosi ai giovani cristiani di tutto il mondo e all’intero popolo di Dio (CV 3). Vogliamo partire da queste frasi che papa Francesco ci ha lasciato:

«Tu devi scoprire chi sei e sviluppare il tuo modo personale di essere santo, indipendentemente da ciò che dicono e pensano gli altri. Diventare santo vuol dire diventare più pienamente te stesso, quello che Dio ha voluto sognare e creare, non una fotocopia. La tua vita dev’essere uno stimolo profetico, che sia d’ispirazione ad altri, che lasci un’impronta in questo mondo, quell’impronta unica che solo tu potrai lasciare. Invece, se copi, priverai questa terra, e anche il cielo, di ciò che nessun altro potrà offrire al tuo posto.» (Christus Vivit § 162)

«mi fa male vedere che alcuni propongono ai giovani di costruire un futuro senza radici, come se il mondo iniziasse adesso. Perché «è impossibile che uno cresca se non ha radici forti che aiutino a stare bene in piedi e attaccato alla terra. È facile “volare via” quando non si ha dove attaccarsi, dove fissarsi» (Christus Vivit § 179)

«distinguere la gioia della giovinezza da un falso culto di essa, che alcuni utilizzano per sedurre i giovani e usarli per i loro fini».(Christus Vivit § 180)
Il rischio degli adolescenti oggi è quello di crescere senza radici, con la ferma convinzione che la felicità sia autorealizzarsi, tutto da me comincia e in me finisce. Sono io l’unico referente di me stesso e l’unità di misura della mia vita e del mondo, con la mia idea di felicità, con i miei progetti, con le mie proiezioni sulla realtà, con il mio metro di giudizio su me e sugli altri. Guai a chi me li tocca! Così ciò che mi impedisce di autorealizzarmi va eliminato. Ogniqualvolta la realtà non si concilia con la realizzazione dei miei progetti faccio a pugni con essa o semplicemente la ignoro.

Tale questione non è banale: il rischio è quello di “essere una fotocopia”, di non essere pienamente se stessi e questo è un peccato. Infatti, cos’è il peccato se non fallire il bersaglio, se non riuscire ad essere se stessi, ad essere felici.

C’è un brano, nel Vangelo di Luca, che racconta come anche Gesù abbia dovuto vivere questa LOTTA contro la tentazione, molto moderna, dell’autorealizzazione. “Se tu sei Figlio di Dio” questo è il continuo tormentone del diavolo.

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”.

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: “Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”.

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
affinché essi ti custodiscano;
e anche:
Essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra”.
Gesù gli rispose: “È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”.
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. (Lc 4, 1-13)

Ogni uomo, ciascuno di noi, si costruisce, cresce e matura attraverso le relazioni con se stesso, con le cose e con l’A/altro. Questi rapporti sono costantemente esposti alla tentazione, al male, al peccato, a tre pulsioni, la libido amandi, la libido possidendi e la libido dominandi, che agiscono sulle sfere umane dell’amare, dell’avere e del volere e che lo stesso Gesù Cristo ha dovuto affrontare nel deserto.

Esse, se non arginate, possono possederci e devastarci, non permettendoci di essere liberi. Ecco perché nel corso di quest’anno vogliamo provare a ragionare sulla lotta spirituale, quel combattimento invisibile in cui l’uomo oppone resistenza al male e lotta per non essere vinto dalle tentazioni, quelle pulsioni e suggestioni che sonnecchiano costantemente nel profondo del cuore e che sovente si destano ed emergono in tutta la loro prepotenza aggressiva. Senza la lotta interiore, senza un esercizio al discernimento tra bene e male, non è possibile l’edificazione di una personalità umano-cristiana robusta, non è possibile giungere a dire dei sì convinti e dei no efficaci.

Per aiutarci attingeremo alla preziosa tradizione ecclesiale ed in particolare alla riflessione sui vizi capitali e sulle virtù teologali.

PER CHI SONO 2018/2019

PER CHI SONO?

Cari amici!
Quest’anno pastorale 2018/2019 è l’anno del Sinodo dei Giovani, fortemente voluto da Papa Francesco, momento favorevole per la nostra Chiesa.

“[…] vorrei invitarvi a fare questo cammino, questa strada verso il Sinodo e verso Panama, a farla con gioia, farla con desiderio, senza paura, senza vergogna, farla coraggiosamente. Ci vuole coraggio. E cercare di cogliere la bellezza nelle piccole cose, […], quella bellezza di tutti i giorni: coglierla, non perdere questo. E ringraziare per quello che sei: “Io sono così: grazie!”. Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”. Come la Madonna, che è stata capace di domandarsi: “Per chi, per quale persona sono io, in questo momento? Per la mia cugina”, ed è andata. Per chi sono io, non chi sono io: questo viene dopo, sì, è una domanda che si deve fare, ma [prima di tutto] “perché” fare un lavoro, un lavoro di tutta la vita, un lavoro che ti faccia pensare, che ti faccia sentire, che ti faccia operare. I tre linguaggi: il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. E andare sempre avanti. E un’altra cosa che vorrei dirvi: il Sinodo non è un “parlatoio”. La GMG non sarà un “parlatoio” o un circo o una cosa bella, una festa e poi “ciao, mi sono dimenticato”. No, concretezze! La vita ci chiede concretezza. In questa cultura liquida, ci vuole concretezza, e la concretezza è la vostra vocazione.”
(Discorso del santo padre Francesco alla veglia di preghiera in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù 2019)

È anche l’anno della GMG. Abbiamo ancora fresco il ricordo del week end a Roma con papa Francesco – che per molti è stata la prima esperienza di pellegrinaggio sullo stile delle Giornate Mondiali, sia pure su scala ridotta – ed eccoci subito proiettati verso Panama.
Alcuni di voi sono venuti a Roma al Circo Massimo, chi passando da Torino e chi camminando sulla via Francigena, due esperienze molto belle e forti sulla via del discepolo amato e sulla strada verso Pietro.

Il tema del Sinodo dei giovani e per i giovani è “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il Sinodo è un esercizio di discernimento vocazionale che costruisce il suo cammino nei tre verbi che accompagnano a far luce sulla propria vocazione: riconoscere, interpretare, scegliere.
Riconoscere: si tratta di lasciarsi abitare dalla grazia per avere lo sguardo del discepolo, una comprensione della realtà che sa vedere il cuore, un’intelligenza che nasce dalle viscere di misericordia che abitano in ognuno in noi. Riconoscere significa partecipare allo sguardo che Dio ha sulla realtà, osservando il modo in cui Dio parla a noi attraverso di essa.
Interpretare: è necessario andare in profondità e comprendere la realtà. L’interpretazione non è questione solo umana, ma spirituale. Occorre lasciarsi aiutare dallo Spirito Santo.
Scegliere: dopo aver riconosciuto ed interpretato, la fase più delicata e importante è prendere decisioni coraggiose e lungimiranti alla luce del percorso svolto.

Riprendendo le parole del Papa facciamo nostro il tema dell’anno: “Per Chi sono?”
Vogliamo ripercorrere in tre momenti, i tre verbi che il Sinodo ci lascia:
Ø Da dove vengo? In questa prima parte cercheremo di riconoscere la nostra storia, la nostra strada.
Ø Dove sono? Interpreto la mia vita partendo dal mio vissuto, dalle mie emozioni, dal mio corpo, dal mio stare in un gruppo.
Ø Dove Vado? Scegliere a partire dai sogni che mi dicono la direzione verso la chiamata della mia vita.

E allora buon cammino a tutti, caldi come dei boiler (in attesa di capire come si dice in panamense!)

don Pucci e l’équipe diocesana di Pastorale Giovanile

INSIEME SI CAMMINA 2017/2018

INSIEME SI CAMMINA

Cari amici!

Eccoci pronti a ripartire per un altro anno pastorale che, come già quelli passati, assomiglia un po’ a quello precedente e un po’ se ne discosta, con iniziative nuove che vanno ad aggiungersi a quelle vecchie, cose che nascono, cose che spariscono, tutto che sembra a prima vista sempre uguale (compreso questo libretto) e invece presenta sempre qualcosa di diverso.

Ci piace pensare che questo non sia frutto di confusione o caos organizzativo, ma il nostro modo di seguire la strada indicata dal Vangelo, che da duemila anni ci ripete la stessa storia (e con le stesse parole!), eppure ci riserva di continuo delle sorprese inaspettate. In un’epoca in cui si fanno continui remake dei film per adattarli al gusto dei quindicenni di oggi, che già non corrisponde più a quello dei quindicenni di cinque anni fa, è un primato davvero notevole.

Questo mix di tradizione e novità è anche al cuore dell’esperienza verso cui sarà proiettata tutta l’attività di quest’anno, il Sinodo dei Vescovi dell’autunno 2018, che papa Francesco ha voluto dedicare al tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” – e che dunque ci riguarda decisamente da vicino (anche se quel titolo, a dirla tutta, è molto più “da vescovi” che non “da giovani”….). Un Sinodo serve a fare il punto, a confrontarsi e ad avviare nuove pratiche nelle nostre comunità, serve a capire dove siamo arrivati e dove vogliamo andare, ed è perciò su questo che ci concentreremo quest’anno, nei vari incontri e attraverso le schede per i gruppi giovanissimi.

Ma per tutto questo vi lasciamo alle pagine successive. Per ora ci facciamo gli auguri di buon anno al solito grido di… Mondovì Power!

don Pucci e l’équipe diocesana di Pastorale Giovanile

LASCIA LA TUA IMPRONTA 2016/2017

LASCIA LA TUA IMPRONTA

Cari amici!

Dopo la scorpacciata di eventi di questi ultimi dodici mesi – dalla visita del papa a Torino alla GMG di Cracovia, passando per il Giubileo – sembra quasi che l’anno che stiamo per iniziare debba essere un anno di relativa calma, quasi una pausa di riposo, prima di cominciare a riattivarsi per i prossimi grandi appuntamenti di risonanza nazionale o mondiale.

Sbagliato! Intanto perché, per chi ha avuto l’occasione di partecipare a qualcuna di queste iniziative comincia ora (anzi, è già cominciata da un po’…) la fondamentale fase del “racconto”, che sarà forse un po’ meno appariscente, talvolta anche più faticosa, ma è anche quella che probabilmente è destinata a lasciare maggiormente il segno su chi ci sta vicino. Non è forse l’esperienza di tutti i discepoli? “Quello che abbiamo visto, quello che abbiamo udito, quello che abbiamo toccato con mano, noi lo annunciamo anche a voi” (cf. 1 Gv 1, 1-3)…

Fermi tutti: abbiamo detto “lasciare il segno”? E se, cambiando solo le parole, provassimo a dire invece “lasciare un’impronta”? “Non siamo venuti al mondo per vegetare, ma per lasciare un’impronta”: questo è stato uno dei più accorati messaggi consegnato ai giovani da papa Francesco durante la veglia di Cracovia, ed anche uno di quelli che più ha colpito la fantasia e il cuore della pattuglia monregalese, come emerso da un primo giro di risonanze che siamo riusciti a condividere ancora sul finire dell’estate. Per questo abbiamo deciso di farlo nostro e di rilanciarlo a tutti i giovani della Diocesi, perché quelle parole possano continuare a interpellarci nella nostra quotidianità, là dove è più facile cedere alla tentazione di adagiarsi sul divano di casa e restarsene inerti a guardar passare la vita che ci scorre davanti.

Lascia la tua impronta! Sarà questo dunque il filo conduttore che terrà insieme i vari appuntamenti dell’anno pastorale, le cui diverse tappe sono ricordate dal calendarietto che dovreste già avere per le mani. Con un’importante novità, che riguarda le schede per gli animatori, per cui vi invitiamo a leggere le prossime pagine di questo libretto.
Non resta che augurarci buon anno con un solenne… Mondovì Power!

don Pucci e l’équipe diocesana di Pastorale Giovanile

VERSO CRACOVIA 2015/2016

VERSO CRACOVIA

Pronti per ripartire? Come “per dove?”…? C’è un altro anno di cammino che ci attende, come sempre bello ricco di proposte, e già solo per questo varrebbe la pena di mettersi in moto, visto che, anche nelle cose ordinarie è sempre.

Anzitutto, il 2016 è anno di GMG. Abbiamo ancora fresco il ricordo della bella due giorni torinese con papa Francesco – che per molti è stata la prima esperienza di pellegrinaggio sullo stile delle Giornate Mondiali, sia pure su scala ridotta – ed eccoci subito proiettati verso Cracovia.

È importante sintonizzarci sul tema del viaggio, che ci riguarda tutti, e non solo coloro che poi andranno effettivamente in Polonia: perché la GMG non si esaurisce come un fuoco d’artificio di una sola settimana, per quanto speciale, ma si gioca nei tempi lunghi del “prima” e del “dopo”, da vivere nella nostra diocesi e nelle nostre parrocchie.

Il 2016 sarà anche l’anno del Giubileo straordinario indetto dal papa (che comincerà ufficialmente l’8 dicembre). Cosa lega questi due eventi? Un filo conduttore comune, imperniato sul tema della “misericordia”. “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7) è infatti lo slogan della GMG, mentre “misericordiosi come il Padre” (Lc 6, 36) è il motto del Giubileo. É vero, “misericordia” è una parola che alle nostre orecchie suona un po’ antiquata e “fuori moda”. Ma proprio per questo cercheremo di capire insieme perché invece ci riguarda tutti, a cominciare da noi giovani. Del resto, il papa stesso ha scritto che la misericordia è «l’architrave che sorregge la vita della Chiesa», al punto che la stessa «credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole»: «tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia».

Pellegrinaggio, Giubileo, Misericordia: ecco dunque i tre snodi fondamentali del percorso di quest’anno. Metteteli uno sotto l’altro e le iniziali vi daranno PGM, ovvero Pastorale Giovanile Mondovì! Pazzesco!

Sarà sicuramente di buon auspicio!

FRAGILE MANEGGIARE CON CURA2 2014/2015

FRAGILE, MANEGGIARE CON CURA 2

Dodici mesi fa vi avevamo annunciato su questi schermi un percorso biennale sul tema della fragilità. Grazie a Dio siamo ancora tutti interi, per cui eccoci qua per inaugurare la seconda parte del nostro cammino, che ci impegnerà come di consueto per tutto il corso dell’anno pastorale.

“Fragile: maneggiare con cura” è lo slogan che ci ispirerà anche nei prossimi mesi. Rispetto all’anno scorso, quando avevamo messo a fuoco soprattutto le relazioni umane nella loro concretezza, con i loro lati appassionanti e quelli più difficili da gestire, proveremo ora a concentrarci più da vicino su come tutto questo si articoli in quella forma particolare di vita che è la vita cristiana. All’interno di quel guazzabuglio che è la storia dell’uomo, il cristiano è infatti chiamato a portare una luce che si manifesta, prima ancora che in parole e segni, in un peculiare stile di vita (“da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”, Gv 13, 35; e ancora: “non chiunque mi dice ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”, Mt 7, 21). Qualcosa che ci rende al tempo stesso compartecipi delle vicende del mondo, e però anche come “stranieri” rispetto ad esso in quanto – si
spera – liberi dall’azione di quelle potenze mondane che conducono all’ingordigia e alla sopraffazione reciproca, così come al risentimento e alla delusione, senza che questo voglia però dire riuscire a esserne sempre immuni (Nel mondo, ma non del mondo era appunto il titolo dell’ultimo step dell’anno scorso, a cui ci riagganciamo direttamente).

FRAGILE, MANEGGIARE CON CURA 2013/2014

FRAGILE, MANEGGIARE CON CURA

Con la cadenza ancora un po’ impastata di portoghese dopo la stupenda esperienza della GMG di Rio (cadenza che però ha qualcosa di ligure per cui può andar bene anche per chi la GMG l’ha seguita da Gottasecca…), rieccoci, sempre quentes como una brasa (cioè caldi come una brace, perché il boiler non ce l’hanno), pronti a ricominciare un altro anno di cammino diocesano.

Su indicazione di monsignor Luciano, abbiamo effettivamente deciso di prenderci un intero biennio di tempo per meditare con calma sul tema delle emozioni e degli affetti, per considerare le fragilità che essi portano allo scoperto, ma anche il potere di guarigione che possono avere, quando ci si prende cura degli altri magari anche solo con un sorriso.

Introducendo il sussidio dell’anno scorso scrivevamo, testualmente: «l’anno pastorale nel quale stiamo per entrare non sarà un anno come gli altri». Erano ovviamente parole innocue, un po’ di circostanza, che si riferivano al tema della fede, indicata come oggetto specifico di attenzione e meditazione per i successivi dodici mesi. E invece è andata poi a finire che l’anno appena trascorso, per davvero, non è stato affatto un anno come gli altri, ben al di là di ogni possibile previsione… Ci è stato donato un nuovo papa, che ha saputo fare immediatamente breccia nell’opinione pubblica con le sue parole semplici e fresche e i suoi gesti umili e forti al tempo stesso.

Una delle espressioni di papa Francesco che, sin dall’inizio, ha più colpito la coscienza di credenti e non è stato l’invito, lanciato proprio il giorno del suo insediamento ufficiale, a “non avere paura della tenerezza!”.

Non c’è modo migliore per spiegare in poche parole il complesso di questioni che, riallacciandoci all’itinerario che il Vescovo propone a tutta la Diocesi per il prossimo biennio, abbiamo pensato di sintetizzare con il motto, forse un po’ irriverente, “Fragile: maneggiare con cura”, di solito usata per pacchi e imballaggi piuttosto che per l’esperienza concreta delle persone. Eppure quanti imballaggi usiamo alle volte per coprire le nostre fragilità interiori e quante volte avremmo bisogno di qualcuno che ci trattasse con delicatezza e rispetto per i nodi irrisolti che portiamo nel nostro cuore! Per cui, dopo aver riconosciuto il carattere fondamentalmente relazionale della fede, proprio dalle relazioni concrete vogliamo ripartire, per porre al centro della nostra attenzione la sfera degli affetti come luogo in cui si forgia la nostra stessa identità e nel quale è possibile incontrare le più grandi gioie come anche le ferite più dure a rimarginarsi.

AVERE FEDE È AVERE UNA STORIA 2012/ 2013

AVERE FEDE È AVERE UNA STORIA

Come forse saprete, l’anno pastorale nel quale stiamo per entrare non sarà un anno come gli altri.

Cogliendo l’occasione del cinquantenario dall’apertura del Concilio Vaticano II, papa Benedetto XVI ha infatti invitato la Chiesa universale, non solo quella italiana, a concentrarsi per dodici mesi su quella che è la radice stessa del nostro credere: per questo l’anno 2012-2013 è stato appunto chiamato l’Anno della Fede, un tempo – cioè – di particolare riflessione e riscoperta di ciò che ci rende cristiani.

Questo percorso è suddiviso in tre momenti. Per ciascuno di essi è stato scelto un brano di Vangelo che sarà oggetto di meditazione e di attività durante i tre Incontri degli incontri di novembre,
febbraio e aprile. A partire da qui, per ogni periodo successivo (ossia: novembre-gennaio; febbraio-aprile; aprile-maggio) saranno proposte degli spunti di riflessione che possano essere d’aiuto per impostare un cammino parrocchiale o interparrocchiale tanto per giovanissimi che per giovani (i quali, molto spesso, sono gli animatori dei giovanissimi: a loro in particolare sono dedicati, come vedremo tra breve, i brani della Scrittura riportati alla voce “spin off”).